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venerdì 13 marzo 2015

La verità è una terra priva di sentieri



Infondo, scrivere rimane ancora un atto importante.
Dopo lunghe letture che mettono a dura prova le mie capacità di cognizione
mi ritrovo a dimostrare a me stesso quanto ho appreso, mettendo in ordine
pensieri che ordine non hanno,
Ciò che mi ha detto Jung si scontra con quanto asseriscono le mie cognizioni,
ed il pensiero di Krisnamurti tenta di infiltrarsi nei meandri di una psicologia
di asserzioni ben elaborate.
“La verità è una terra priva di sentieri”.
Tolle gli fa eco, ma non è il solo.
Maharshi non gli è da meno.
“La verità è una terra priva di sentieri”.
Le parole del Buddha si scagliano come pietre nel lago della tranquillità
e non è mai vero che egli pensava alla pace della mente.
Egli pensava a ciò che non è mente, un luogo così lontano
che anche viaggiando per una vita, non si riesce a raggiungere.
E un altro sasso cade pesante in questo lago di mente pensante:
“Non c'è nulla da raggiungere”.
Ad ogni viaggio piantiamo un chiodo: arrivare.
Ma insegnano che non vi è arrivare, solo viaggiare.
E viaggio.
Ad ogni arrivo si continua a viaggiare.
Ad ogni arrivo, non trovo mai il chiodo che ho piantato.
Svanisce sotto l'effetto dell'essere movimento.
Nulla è statico e nulla si ferma.
Ogni cosa è ancora qualcosa, ed ogni qualcosa è ancora altro.
Così tra scienza e coscienza, tra partenze e continuità,
si viaggia verso un incognito immaginariamente costruibile,
ma mai effettivamente creato.
Non polvere nel vento, non granello di sabbia nell'universo,
ma vento e universo.
Insignificante il significato.

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